Eventi
Contest Letterario: I Classificato
Titolo del racconto: Al largo di Hispaniola
Autore: Francesco Forestiere
Biografia: Un operaio edile come tanti altri ma con la smodata passione per la scrittura.
XXV Gennaio 1668
Prime luci dell’alba.
Mar dei Caraibi.
Sotto la costa di Hispaniola
Mi tirò a sé. Il dorso della mano carezzò il mio viso. Un bacio tenero, non lo ricambiai. Ancheggiò via da me. Un battito di palpebre e trovai il freddo metallo di una canna puntata verso il petto. Un’arma di prestigio, mi costò una fortuna, la comprai per lei. Il cane fece zampillare le scintille, la polvere nera s’infiammò e in quel fumo ritrovai tutto il mio passato. Anche il nostro.
Tre anni prima.
IX Luglio 1665
Tortuga.
Il giorno del mio sedicesimo compleanno. Avevo atteso questo momento da quando mio padre, Thomas “Il Rosso” Beckett mi aveva detto: – Quando avrai sedici anni, forse, ti porterò con me a bordo.
Mia madre cinque anni prima aveva convinto il padrone a darmi un lavoro. Lei intratteneva gli uomini, come le altre ragazze al piano di sopra.
Andai nella sua stanza. – Come stai?
– Bene. – Tossendo grumi di sangue in un fazzoletto.
– Madre, io vorrei, — M’interruppe. Lo faceva sempre.
– Piccola mia, vai di sotto. Attendo ospiti. – Annuii e la lasciai con il male che la stava divorando.
Nei passati cinque anni spazzai i pavimenti e adesso dovrò anche badare a lei.
Padre dove siete.
III Ottobre 1665
Tortuga.
Ieri un uomo mi palpò il fondoschiena. Gli rifilai una ginocchiata alle parti basse. Il proprietario mi ricordò di essere carina con i clienti o di andarmene.
Se solo ci fosse mio padre. Mia madre peggiorava ogni giorno.
Arrivarono in tarda serata. Li conoscevo tutti. Dal Quartiermastro Tiodor, al timoniere Sam Casey, fino l’ultimo dei mozzi. Fra loro anche Il Rosso.
Sapevo di non poterlo avvicinare subito, dovetti attendere fin quando molti di loro si ubriacarono. Tiodor era di sopra, con mia madre. Alcuni erano stravaccati sul tavolo. Sam Casey mi fece cenno. – Conny portaci altra birra.
Era il momento migliore, gliela portai, poi mi piantai davanti Il Rosso. – Adesso ho sedici anni, posso unirmi a voi.
Sollevò lo sguardo su di me. – Per quale motivo dovrei farlo?
Sam Casey mi fece cenno di zittirmi. – Perché sono tua figlia e devo andarmene da qui.
Batté una mano sul tavolo, rovesciando alcuni bicchieri. – Mocciosa se vuoi andartene fallo pure, ma non dirmi cosa devo fare.
Digrignai i denti, estrassi il pugnale. – Di sopra c’è la donna che ingravidasti. Adesso è quasi morente. Io voglio un modo per salvarla. Me lo devi.
Il rosso diede un calcio al tavolo che ruzzolò verso di me. Non so cosa mi passò per la mente ma gli saltai oltre e balzai verso di lui. Alcuni corsari estrassero le lame. Il Rosso mi colpì in pieno volto, sbattei con la testa alla parete, sentii solo le sue ultime parole: – Non voglio il tuo sangue a imbrattare il mio ponte. Oste altra birra.
XV Ottobre 1665
Tortuga.
Abigail Stirling.
Questo era il nome del mio maestro. Un giovane capitano della marina.
Il Rosso avrebbe da ridire sulla scelta.
Fu la fortuna a farmelo incontrare? Non lo so.
Lui e alcuni marinai entrarono per bere. All’interno trovarono un gruppo di pirati.
Presto, molto presto l’aria divenne tesa e le lame intrise di sangue. Lui, un bel ragazzo dai capelli biondi e un pizzetto sbarazzino, teneva testa a due pirati. Con grazia rispose a ogni colpo, sembrava giocasse con loro. Gli sorrise dandogli l’addio, pochi colpi dopo furono riversi al suolo.
I pirati scapparono, arrivò al banco come se nulla fosse accaduto.
Raccolsi una spada da terra e la poggiai sul bancone. – Insegnami.
– Perché dovrei?
– Perché voglio imparare a difendermi.
Mi guardò a lungo e sostenni lo sguardo. – Almeno posso bere? – Sorridendomi.
Diedi tutta me stessa per imparare.
Diedi anche me stessa.
III Gennaio 1666
Tortuga.
Tornavano sempre. Come l’alta marea. Come le onde. Come tornava sempre Abigail.
Pioveva quella sera. Quando entrarono ruppero l’allegria della serata.
Tutti a guardarli. Salutarono con un cenno l’oste e me.
Tiodor salì spedito al piano superiore, altri lo seguirono per placare i bollenti spiriti con le ragazze al piano superiore.
Il Rosso, Sam Casey e fra gli altri anche quello spavaldo di Cram, si accomodarono ai tavoli.
Stavo portando le birre che ordinarono, Abigail mi sbarrò il passo. — Se le vogliono, che se le prendano da soli. — Tuonò il capitano della marina. I corsari risero di gusto.
— Altrimenti che succede? — Chiese il Rosso.
— Rimarrete con la gola secca.
— Conny portaci quelle birre! — Ordinò il Rosso
— Cory non devi. — Mi pregò il capitano.
— Mi chiamo Corinne, e vale per entrambi. — Risposi portando le birre ai corsari. Abigail attese che tornassi al bancone e si diresse verso i corsari, la mano poggiata alla spada.
Impugnai le pistole, quelle acquistate dall’oste dopo l’ultima rissa, e mi rivolsi loro.
— Qui dentro non vogliamo il vostro sangue.
Il Rosso rise. — Impara a ripetere la ragazzetta. — Cram rise sguaiato, un tono oltre gli altri.
— Venite fuori, feccia dei mari, è la Marina di sua Maestà a ordinarvelo. — Abigail e tutti i marinai uscirono dalla taverna.
— Se lo uccidessi io? — Chiesi al Rosso.
— Potrei ricordarmi il tuo nome la prossima volta. — Mi sorrise.
— Se muori però… — Scrollò le spalle.
— Non succederà. — Mi rivolsi a Sam Casey. — Datemi il vostro pugnale.
Lo avevo visto molte volte mentre lo usava. Adoravo quel manico, una donna con le braccia larghe a formarne la guardia. Dandomelo mi strizzò l’occhio. Lo infilai al fianco. Brandii la mia spada e mi diressi fuori.
Tutti uscirono. Tranne il Rosso.
— Tu ed io Abigail, Se io perdo fai come ti pare ma se vinco, ve ne andrete in silenzio.
— Vedremo. — Rispose sorridendo.
Amava far parlare la lama ma con qualcuno debole preferiva disarmarlo. L’avevo vissuto in prima persona. Lasciammo danzare le spade, alla prima occasione gli diedi modo di allacciarsi, disarmarmi e portarsi alle mie spalle. La sua lama poggiava al mio costato. — Ho vinto. — Colsi in quelle parole la sua soddisfazione.
Gli infilai il pugnale dentro l’occhio, fin quando la lama non cozzò contro qualche osso.
La spada gli cadde dalle mani e il corpo si afflosciò. I corsari intanto durante la confusione dello scontro si portarono alle spalle dei marinai e li uccisero tutti. — Fateli sparire. — Ordinò Cram.
Vidi Tiodor rientrare in taverna. Aveva lo sguardo serio.
Ricevetti molte pacche e complimenti.
Anche Cram si unì loro. — Questo è il sangue del Rosso, imparate da lei. — Aveva dita tozze e braccia come due tronchi d’albero. La sua pacca mi costò un grosso livido.
Riportai il pugnale a Sam. — Adesso ha un nuovo padrone, uno che sa come usarlo.
Avrei voluto abbracciarlo.
Tiodor sedeva al fianco del Rosso, le braccia racchiuse al petto. Mi piazzai di fronte ai due, sostenendo lo sguardo del Rosso fin quando non parlò. — La prossima volta di porterò con noi. Parola del Rosso.
Calò il silenzio nella taverna.
Una donna a bordo porta sventura, tutti i marinai lo sanno.
Tutti i marinai sono superstiziosi. Ma il Rosso no.
Due ore dopo che furono andati via, uno dei mozzi mi diede una notizia.
—Cram mi ha detto di riferirti che: salperemo in tarda mattinata, imbarcati adesso e di soppiatto, rimani nascosta nella stiva e dopo due giorni parla con Il Rosso, ti accetterà di certo.
V Gennaio 1666
Al largo di Hispagnola
Il sole era sorto da poco.
Uscii sul ponte, chi mi vide mi guardò come se avesse visto un fantasma. Sam Casey si guardò attorno e lessi una chiara imprecazione. Cram e Tiodor invece avevano le braccia incrociate. Cram diede una leggera gomitata a Tiodor e gli disse qualcosa con un sorrisetto, l’altro non rispose. Il Rosso attese che arrivassi davanti a lui. — E quindi?
— Hai detto di imbarcarmi, così ho fatto.
— Bene, adesso buttatela in acqua, non vogliamo donne a bordo.
Non ebbi neanche il tempo di riflettere a una risposta. Cram mi sollevò di peso, come fossi un giunco. — Mi spiace. — Mugugno amaro e mi lanciò in acqua.
Un tuffo penoso in acqua e riemersi dopo un pezzo, così rimasi sola e senza idea di dove fossi. Vidi la nave di mio padre abbandonarmi alle acque. Galleggiai lasciandomi cullare dalle onde per un tempo infinito. Il sole della tarda mattinata bruciava la pelle. L’acqua annichiliva i sensi. Nel primo pomeriggio ondeggiavo nel dormiveglia. Volevo vivere ma era questione di ore ormai.
Forse vidi uno squalo o un delfino, magari un mostro marino che avrebbe terminato la mia lenta agonia. Era già buio quando una sagoma scura si frappose al cielo. — Eccola qui.
Calarono una cima, salii aiutata dal tirare dei corsari. Tutta la ciurma assisteva sul ponte.
— Non abbiamo posto per te. — disse il Rosso. Mi guardai attorno e lanciai il pugnale su di un giovane mozzo, che morì sul colpo. — Adesso il posto c’è. — E svenni.
XIX Aprile 1666
Al largo di Hispagnola.
Il Rosso fu chiaro.
Armi sempre pronte e pulite.
Il bottino sarebbe stato spartito fra la ciurma, con una percentuale maggiore al capitano e ai quartiermastri.
E io sarei stata considerata come un uomo.
Semplice e lineare.
Cram sgambettò un mozzo, Tiodor alla sua sinistra ingaggiò Sam. Il timoniere dovette retrocedere sui colpi di Tiodor, affiancai Sam per spezzare l’attacco portato dal quartiermastro. Cram s’intromise ingaggiando Sam. L’allenamento adesso era sul vivo del combattimento. Tiodor era veloce e preciso, avevo solo il tempo di difendermi dai suoi attacchi. Cram invece usava l’arma con foga e forza e ben presto disarmò Sam. Non gli diedi modo di portarmi alla murata, ma continuò con i suoi attacchi. Ero sfinita, Tiodor annuì. — Stai migliorando.
Dalla coffa un grido. — Vele spagnole a babordo. —
— Tutti ai vostri posti. — Proruppe il Rosso.
Mi arrampicai sulle sartie e in breve fui in coffa. Il mio posto a bordo. Vedetta e addetta alla colubrina girevole.
Sam ordinò tutte le vele al vento e in breve raggiungemmo la nave spagnola.
Un singolo galeone si stava allontanando dalle sicure isole per attraversare l’oceano.
Issammo la bandiera pirata prima di attaccarli. E partì una scarica di cannoni. Tutti e otto della murata di babordo. Colpirono il bersaglio, dalla mia postazione vedevo il movimento sull’imbarcazione spagnola, due dei loro cannoni erano stati colpiti, ci preparammo ad abbordarli.
Scesi dalla coffa per aiutare, arrivai sul finire, lo scontro era stato rapido. Rimaneva una donna di carnagione olivastra, capelli fino al lobo delle orecchie, si batteva contro Cram. Non le dava alcun modo di avvicinarsi, si allacciarono diverse volte, Cram credeva di poterla battere con la forza bruta ma la donna si divincolava a ogni loro legamento. Andarono avanti per un pezzo.
Sam sparò un colpo in aria. — Unisciti a noi e sarai trattata come un pirata oppure il prossimo colpo è per te.
Annuì alle parole di Sam e disarmò Cram girato in direzione dello sparo. — Sarà per la prossima volta, bello. — Gli strizzò l’occhio.
Mio padre fu riportato a via di braccia sul nostro brigantino, un grosso taglio al fianco.
Tiodor era rimasto in attesa della fine degli scontri senza interessarsi alla cosa.
Ci dirigemmo alla baia per tirare in secca la nostra preda, liberarla dai suoi preziosi e poi affondarla in mare aperto. La baia era un’insenatura naturale costellata da numerose secche sabbiose. Sam tempo prima aveva fatto scandagliare tutto l’ingresso e aveva una chiara visione del percorso.
Mentre tornavamo verso la costa ripensai a mio padare. Nel corso di quei mesi a bordo avevo cominciato a intuire la verità sul suo conto. Mio padre era un debole. Non aveva mai preso una chiara decisione. Eravamo dei pirati, le lettere di corsa non avevano più alcun valore.
La lettera di corsa era una bolla reale per assaltare le imbarcazioni spagnole per evitare il predominio sul nuovo mondo. Avremmo dovuto battere bandiera britannica, adesso eravamo dei volgari pirati e non più dei corsari. Ora tutti volevano arricchirsi. Mio padre però puntava a prede di basso valore. Poco più a nord avremmo trovato le navi spagnole cariche di argento e oro, avremmo potuto ingaggiarle mentre partivano per il vecchio continente.
Il Rosso temeva ripercussioni dalla Marina, dagli spagnoli o dalla corona che aveva servito, inoltre con la ciurma non aveva polso. Tutti facevano riferimento al vice Morris, o a Cram.
Si, Thomas Beckett detto Il Rosso, era un uomo debole.
Dalla coffa vidi Tiodor parlare con la nuova arrivata. Lui non aveva partecipato allo scontro, solo contro altri pirati diventava un toro, la sua spada mulinava colpi e sangue, ma con una nave mercantile non ne prendeva mai parte, chissà perché.
XIII Maggio 1666
A largo di Hispagnola.
Mio padre morì.
Il colpo ricevuto s’infettò rapidamente, e lui da uomo maturo temeva di farsi visitare.
Salpammo verso il mare aperto. Il sudario fu cucito da Sam e Tiodor, Infilarono una palla di cannone all’interno per consegnare le spoglie al fondo del mare.
Tutti i marinai desiderano questa fine. Tagliai il sudario in modo che il corpo ne uscisse qualche giorno dopo. Non meritava il degno riposo dei pirati. Lui era solo un codardo.
Tutti dissero parole in suo ricordo e alla fine consegnammo il corpo alle acque.
Tutti mi guardavano, sapevo cosa sarebbe accaduto a breve.
XIV Maggio 1666
Baia nascosta.
Nei pressi di Hispagnola.
Fui nominata capitano in quanto figlia del Rosso.
Almeno fin quando qualcuno non avrebbe sperato di essere migliore di me. Di certo non avevo intenzione di rendergli la cosa facile. Oggi avrei dovuto scegliere il vice capitano. Chiesi a Cram di vigilare l’ingresso della cabina mentre parlavo con chi si fosse sentito all’altezza del compito. Sedetti al posto di mio padre e caricai la grossa balestra.
— Cram, fa entrare il primo. — Morris varcò la soglia. Un vero peccato, era un lupo di mare, chi avrebbe voluto il mio posto era quello che avrebbe avuto più fretta di essere il mio vice. Scoccai il dardo, si conficcò al centro del petto scaraventandolo oltre la porta. Tutti i presenti si dileguarono. Cram, mostrando solo la testa mi sorrise. — Se non hai intenzione di uccidermi posso farlo io il vice.
Annuii. — D’accordo, fai pulire tutto e cambiamo nome a questa nave in Swallow.
Questo fu il mio primo ordine da capitano.
Cram, Tiodor e Sam erano uomini d’onore, anche la nuova arrivata, Jamila, mi dimostrò la sua lealtà.
II giugno 1666
Al largo di Hispagnola.
Abbordammo due golette. Molti dei marinai si arresero per unirsi a noi. Divisi equamente l’equipaggio per evitare possibili ammutinamenti.
Il comando della prima goletta andò a Jamila. Mi era stato vicina, aveva una mente brillante e decisa. La seconda andò a un uomo di fiducia di Cram. Decidemmo di abbordare un brigantino pirata che si aggirava spesso al largo di hispagnola, per poi poter attaccare i convogli spagnoli e affermare la nostra potenza in quelle acque.
XXII dicembre 1667
A nord di Puerto rico.
La nostra flotta era composta da quattro golette e tre brigantini. Altri pirati si erano uniti a noi per attaccare gli spagnoli. Da un anno compivamo scorrerie e la marina era sulle nostre tracce. Cambiavamo spesso zona di caccia. Intercettammo un convoglio spagnolo e rompemmo il loro schieramento. Le due golette armate di due cannoni attaccavano di continuo il veliero distaccatosi dal convoglio. Lo inseguimmo per l’intera giornata fino a notte fonda, la tempesta ci colse tutti di sorpresa. Il giorno dopo il veliero era scomparso e anche due golette. Ci dividemmo per cercarli. Qualche ora dopo un veliero da guerra della marina requisiva la goletta di Jamila e tutto il suo equipaggio. Restammo distanti.
XV gennaio 1668
Baia nascosta.
Jamila li aveva guidati fino alla baia. In questo modo comprò la sua libertà e condannò tutti noi. Tutta la marina ci dava la caccia. I pirati alleati si dileguarono lasciandoci nei guai. Alcuni si consegnarono e diedero indicazioni su dove trovarci, diventando a loro volta cittadini liberi. Avrei ucciso Jamila, lo avrei fatto con le mie mani e poi avrei conquistato tutto il mar dei Caraibi.
XXIV gennaio 1668
Al largo di Hispagnola.
— Devo parlarti. — Era dannatamente serio.
Stavo osservando le carte nautiche nella mia cabina. Jamila domani sarebbe salpata per la spagna. Non l’avrebbe raggiunta. — Dimmi tutto Tiodor.
— Usciamo da qui, ho bisogno d’aria.
Osservai tutte le rotte delle navi spagnole che avevamo abbordato, era un’area abbastanza grande.
— Corinne mi hai sentito?
Lo guardai a lungo. Lui c’era sempre stato. Più presente del Rosso. Meglio di qualunque amico avessi mai voluto avere al mio fianco. Annui e lo seguì. Il sole lasciava gli ultimi raggi sulle vele, il ponte era sgombero, Sam Casey segnava la nuova rotta fino a Hispagnola, avremmo passato la notte sottocosta, pronti per la caccia del mattino seguente.
— Avrei dovuto dirtelo molto tempo fa.
Non risposi, ci sedemmo alla murata nei pressi della prua.
— Il Rosso non era tuo padre.
Stavo per rispondergli quando mi tappò la bocca.
— Lasciami parlare, alla fine potrai dire la tua. Non devi farlo. Dico, tutta la storia di Jamila e dei Caraibi. Diventerai come me.
— E cosa c’entra questo con Il Rosso? — Chiesi cercando di capire di cosa parlasse.
Trasse un lungo sospiro. — Io sono tuo padre. La donna che ti crebbe era mia sorella. Tua madre, e i tuoi fratelli morirono uccisi dai pirati. Giurai di uccidere tutti i pirati del mondo. Feci promettere a mia sorella di prendersi cura di te come una figlia e di mantenere il segreto. Mi arruolai nella marina ma era più facile scontrare dei pirati come pirata, tuo padre mi prese sotto la sua protezione. Tu crescevi… — si grattò a lungo la barba, poi stancamente riprese a parlare, sembrava invecchiato di colpo. — Crescevi anche troppo alla svelta. Il Rosso mi propose di diventare tuo padre in modo da non subire io stesso altre pressioni e tenerti lontana dai pirati. Ho un po’ di denaro. Molliamo tutto e ricominciamo come una famiglia. — Cercò le mie mani. Non le trovò. — Piccola mia, non diventare assetata di odio, come lo fui io. Ricominciamo, possiamo farlo.
Mi alzai lentamente come se fossi stata pesante, mi sentivo come quando mi buttarono giù dalla nave, come avvolta dalle acque. Avrei voluto molte volte che Tiodor fosse mio padre. Adesso sarei riuscita ad accettare l’enormità di questa rivelazione? — Devo pensarci. Ho molto da pensare.
Due ore dopo andai da Cram. Parlammo per oltre un’ora.
XXV Gennaio 1668
Prime luci dell’alba.
Mar dei Caraibi
Sotto la costa di Hispaniola.
Fu l’alba. Cram era tornato da pochi minuti, un solo cenno d’assenso, che ricambiai.
— Sam, chiamate tutti a raccolta.
Salii su una botte in modo che tutti mi vedano. Cram parlava con Tiodor.
— Uomini, cosa siamo noi?
— Pirati. — Gridarono all’unisono.
— E cosa facciamo ai traditori? — Osservavo Tiodor.
— A morte! Li spelliamo. —
— Oggi prenderemo quella sgualdrina traditrice e la impiccheremo. — Sollevai le mani per avere la loro attenzione.
— C’è qualcuno fra voi che vuol dire qualcosa? Qualcuno che non vuole la morte della traditrice?
Tiodor fece un passo avanti. — Io.
Tutti si allontanarono da lui di un passo, come se avesse una malattia contagiosa.
Annui. — Bene, allora sei un uomo libero. — Andai da lui, lo portai verso la murata.
Lo tirai a me con vigore, una breve carezza e un tenero bacio per nascondere il mio sussurro.
— Hai l’occasione per tornare a vivere, non sprecarla. Addio.
Mi allontanai da lui e gli puntai verso il petto la pistola che lui mi aveva regalato quando divenni capitano. Gli sparai facendolo cadere dalla nave.
— Sam spieghiamo tutte le vele, abbiamo un lungo viaggio.
Vidi la piccola barca che seguiva la costa. Ricaricai l’arma e stavolta inserii il proietto. Sarebbe stata una lunga giornata.
Il suo passato non è il mio ormai.
Io sono Corinne. Capitano della Swallow. Figlia di Thomas “Il Rosso” Beckett.
