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Fauna del Mediterraneo: Calamaro Europeo

Ambiente

Fauna del Mediterraneo: Calamaro Europeo

L’ospite della nostra rubrica di oggi è il Calamaro Europeo.
Chiamato anche “calamaro comune”, è un mollusco cefalopode della famiglia dei  Loliginidae.
Caratteristico e curioso il nome, prende spunto dal calamaio, il vasetto di inchiostro usato nel medioevo, che allude alla forma del mollusco e al secreto difensivo – simile al nero di seppia- che emette il calamaro quando minacciato.

Da non confondersi con il totano che si differenzia dal calamaro alla vista, per le due ali superiori del tubo, più appuntite nel totano e più arrotondate nel calamaro. La carne del calamaro è più bianca e la pelle tende al rosso mattone, mentre quella del totano tende al rossiccio violaceo. È caratterizzato da conchiglia interna chiamata gladio, è interna e ridotta a una lamina cornea dalla forma molto allungata e appiattita in senso dorso-ventrale, presenta un corpo allungato che raggiunge i 50cm  con pinne laterali che raggiungono l’estremità posteriore, dieci tentacoli, di cui due più lunghi e con più file di ventose.

Ha un colore che varia sul roseo trasparente, con venature rosse e violetto.
Si può trovare nel Mar Mediterraneo, Mare del Nord e lungo la costa occidentale dell’Africa. Vive dalla superficie fino a profondità di 500 metri ed è una specie molto sfruttata nell’industria della pesca.
Nella pesca del calamaro,  esiste quella amatoriale ad esempio, viene fatta nella traina lenta, oppure nel bolentino.
La pesca professionale invece, quella che rende maggiormente, è di cero la pesca con le reti trainate oppure a strascico nel periodo della riproduzione del calamaro.
Ottimo nuotatore, il calamaro ci stupisce con acrobatici balzi fuori dall’acqua.  Caccia prevalentemente di notte e si nutre di pesci pelagici, crostacei e molluschi, ed essendo eccellenti predatori, molti calamari si cimentano nel cannibalismo.

Questa specie si riproduce tra gennaio e luglio, nel periodo in cui si avvicina alle coste.
L’accoppiamento dei calamari dura qualche ora, dopo di che le femmine si spostano sul fondo e depongono le uova sui coralli o sulle alghe, riunendole in una sorta di nastro. I piccoli nascono dopo 3 settimane.

 

Per pulire i calamari, occorre togliere interiora e scarti vari. L’operazione non è complicata, si tratta di afferrare il ciuffo di tentacoli e tirare: la testa verrà via con le viscere.

All’interno della sacca possono rimanere residui: infilando un dito togliete tutto, anche la pinna trasparente.
Ne caso in cui quest’operazione dovesse sembrarvi estrema, potete sempre fare gli occhioni dolci al  pescivendolo per farlo fare a lui.
Al centro del ciuffo troverete una pallina con il becco, che si spinge semplicemente in fuori con due dita, per rimanere con il ciuffo di tentacoli con il buco al centro.
Cucinati velocemente, restano consistenti ma morbidi, ma attenzione, dopo 10 o 15 minuti diventano gommosi e immangiabili.

Il Team Editoriale di Searound Magazine vi da il benvenuto.

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