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Solinunte: La Buona Novella – De Andrè
Questo articolo è stato gentilmente fornito da Fondazione Orestiadi.
La Buona Novella
da Fabrizio De Andrè
regia e drammaturgia Giacomo Bonagiuso
con Debora Messina, Martina Calandra, Giulia Gucciardo
Enza Valentina Di Piazza, Giordana Firenze, Monica Gucciardo, So a Sosso, Giuseppe Indelicato, Giuseppe Craparotta, Francesco Pompeano, Alessandro Nocera
produzione Associazione Teatro Libero
CASTELVETRANO SELINUNTE
La Buona Novella è un concept album nel quale Fabrizio De Andrè racconta la storia di Cristo tramite la fonte traversa dei Vangeli Apocri. Negli Apocri è dato spazio all’infanzia di Maria, alla peripezia di Giuseppe, al ruolo delle donne, delle madri, nella storia della salvezza, alla reazione del popolo di fronte alla Via Crucis, o anche al nome dei due ladroni, Dimaco e Tito, di cui la storia ufficiale ha sempre taciuto le generalità. Gli Apocri, dunque, descrivono parti della Rivelazione che i Canonici tacciono. Perché De Andrè li mette al centro delle sue canzoni? Perché, inutile ricordarlo, Faber amava parlare degli ultimi, degli spostati, dei marginali. Poter quindi parlare di Cristo, senza mai metterlo in scena, cantando la sua assenza, e indugiare sui comprimari della Novella, è una occasione ghiotta per parlare dell’ io dell’uomo, attraverso le vie tortuose del popolo.
Abbiamo scelto, allora, di lasciar fare al nostro lavoro l’opera del disincanto: così che De Andrè potesse entrare in un teatro senza occuparlo tutto solo con il suo nome. Abbiamo deciso di dare corpo e azione a quelle meravigliose parole, per aggiungere il nostro sudore alla Novella del Maestro, lasciando solo precedere l’opera da una mia Disputa pro veritate che, nella violenza della lotta, testimonia appunto dell’elisione della Verità, quand’essa si reputi ultima e definitiva.
Giacomo Bonagiuso
