Mitologia & Storia
La leggenda del tesoro di Capitana.
La leggenda del tesoro di Capitana si svolge in Sardegna e racconta la storia di un tesoro e dell’avarizia dell’uomo.
La leggenda del tesoro di Capitana racconta che durante un incursione, i pirati giunsero al monastero di Capitana e presero in ostaggio i frati.
Il monastero era un luogo ricco di oggetti preziosi, dipinti e sculture.
Tra gli incursori, era presente un giovane che molto tempo prima era stato rapito proprio da quelle terre. I Pirati volevano venderlo come schiavo ma siccome ancora piccolo decisero di tenerlo con loro.
Il giovane, inconsapevole delle sue origini, fu uno dei primi a cominciare la strage. Voleva sapere dai frati dove fosse nascosto il tesoro. Trovato il tesoro, il giovane notò un dipinto di legno raffigurante una madonna che gli piacque tanto da volerlo conservare.
Il capo dei pirati ordinò di distruggere tutto ciò che non fosse oro ma il giovane si rifiutò di eseguire l’ordine e impedì ai compagni di procedere. Venne immediatamente immobilizzato e legato al forziere in cui era riposto il tesoro.
I pirati lasciarono li il bottino con l’intento di tornare a prenderlo in un altro momento. Corsero verso le navi per scappare ma la furia del mare si abbattè su di loro facendoli affondare.
La leggenda del tesoro di Capitana continua con la storia più recente di una famiglia di Quartu Sant’Elena che, proprio nel luogo in cui giaceva il tesoro, possedeva un orto.
Ziu X, l’anziano della famiglia, ogni giorno si recava all’orto per prendersi cura delle piante e dei due cani messi a guardia dell’ingresso.
Un giorno, mentre si trovava nell’orto, senti una mano che gli toccava la spalla e voltandosi vide un frate. Chiese all’uomo cosa volesse e lui disse che aveva bisogno di aiuto per tirare fuori da sotto terra una cassa di sua proprietà e scomparve.
Tornato a casa, l’anziano raccontò l’accaduto alla famiglia e insieme decisero di chiedere aiuto a donna Mariuccia, una strega del paese, per capire chi fosse e cosa volesse il frate.
Mariuccia chiamò in causa il rabdomante, il quale decise che ci fosse bisogno di un sacerdote.
Arrivata dal sacerdote, la famiglia raccontò quanto avvenuto e l’uomo decise di intervenire subito.
Si incontrarono tutti insieme al giardino dove Mariuccia, avvertì delle presenze, queste le segnalarono che prima di accedere al tesoro si sarebbero dovute verificare delle condizioni particolari.
Il gruppo decise di aspettare che arrivassero dei segnali prima di procedere.
Il giorno seguente, mentre Ziu X si recava al giardino, forò una gomma e un giovane che passava di la lo aiutò a ripararla. Il vecchio, per ringraziarlo, decise di portarlo all’orto e regalargli della frutta, Il giovane rispose che non poteva muoversi, doveva controllare le cose altrimenti, anche il suo orto sarebbe stato in pericolo.
Il vecchio prese questo come un segnale e radunò il gruppo.
Decisero di fare una seduta spiritica durante la quale apparve il Priore del monastero che raccontò quanto avvenuto molti anni prima.
Pensando che le condizioni particolari si fossero verificate, il gruppo si recò al giardino in cerca del tesoro. Ma individuato il luogo, Mariuccia disse che non era ancora il momento, si sarebbe fatta sentire lei quando sarebbe stato possibile continuare il recupero.
Mariuccia contattò un giovane sensitivo che avrebbe potuto aiutarli. Il giovane disse che avrebbero fatto parte del gruppo a patto che si aspettasse una settimana.
Tutti accettarono la richiesta del giovane ma nonostante ciò cominciarono a lavorare nel giardino.
Durante i lavori, riapparve il frate che ricordò al gruppo che il tesoro, una volta trovato, doveva essere riconsegnato alla Chiesa. Se il patto non fosse stato rispettato, una terribile maledizione li avrebbe colpiti.
Arrivò il giorno dell’appuntamento con il giovane amico di Mariuccia. Si ritrovarono nel giardino e liberarono la strada verso il tesoro. Al forziere vi era ancora legato lo scheletro del giovane lasciato dai pirati.
Il gruppo era incontenibile dalla gioia ma il giovane sensitivo disse che il tesoro era maledetto. Prima di toccare la cassa avrebbero dovuto fare dei particolari scongiuri alla presenza del sacerdote.
Occultarono l’ingresso al tesoro rassicurando il sensitivo che i patti sarebbero stati rispettati.
Pochi giorni dopo, nonostante la parola data, due componenti del gruppo si recarono a casa del sensitivo portando parte del tesoro.
Il ragazzo rifiutò subito il dono e cacciò i due di casa consapevole che da li a poco la maledizione si sarebbe avverata.
Dei componenti del gruppo, da li a breve, non rimase più nessuno. Morirono tutti tranne il giovane sensitivo che si era salvato rifiutando il tesoro.
