Mitologia & Storia
La leggenda di Pippa la catanese
La leggenda di Pippa la catanese è la triste storia di Filippa, che tutti in famiglia chiamavano affettuosamente Pippa, una lavandaia vissuta a cavallo tra XIII e XIV secolo.
Assunta alla Corte degli Angioni, da giovanissima diventa nutrice di Luigi, figlio di Roberto d’Arangiò e Violante d’Aragona.
Pippa era felicissima di questo ruolo e lo affrontò dando tutte le attenzioni di una madre al piccolo principe.
Quando gli Angioini furono cacciati dalla Sicilia, tornarono a Napoli e Pippa decise di seguirli. Questo fu visto di buon occhio dai sovrani contribuendo a stringere ancora di più il legame con loro, tanto che la famiglia, decise di tenere Pippa a palazzo anche dopo la prematura scomparsa di Luigi avvenuta nel 1310.
Nel 1343 salì sul trono Giovanna I d’ Arangiò che aveva sposato Andrea d’ Ungheria che volle essere consacrato re di Napoli.
Il Principe Andrea, durante la sua cerimonia d’ incoronazione minacciò tutti coloro gli fossero nemici. Il Principe aveva infatti numerosi nemici, i quali puntavano sull’ appoggio della Regina, che provava odio nei confronti del marito. La sovrana inoltre si era innamorata e aveva una relazione con il cugino Luigi duca di Taranto.
Giovanna, consapevole di avere l’appoggio del popolo organizzò una congiura contro il marito. Andrea fu strangolato e gettato giù da una finestra. La vicenda fece scalpore e il Papa, nella veste di signore feudale del Regno di Napoli, cominciò la caccia ai responsabili. La prima ad essere indiziata fu la confidente della regina, Pippa che ritenuta a conoscenza dei fatti fu torturata per farla confessare.
La donna dopo numerose torture confessò di essere a conoscenza della congiura ma di non avervi partecipato. Questo non bastò ai suoi accusatori che continuarono a torturare Pippa che non parlò.
Le torture furono talmente violente da portare la giovane Pippa alla morte. Invece, coloro che avevano commesso il fatto rimasero impuniti.
