Mitologia & Storia
La leggenda pugliese del pescatore di Trani
La leggenda pugliese del pescatore di Trani racconta la storia di un pescatore sfortunato.
La leggenda pugliese del pescatore di Trani racconta la storia di un povero uomo che, nonostante passasse molte ore in mare, non riusciva a provvedere ai bisogno della sua famiglia.
Una notte il pescatore si addormentò sulla barca quando all’improvviso fu svegliato da un forte strattone alla rete. L’uomo cominciò a tirarla su, felice per aver finalmente pescato qualcosa di grande. Nella rete trovò un pescecane che iniziò a parlare. Disse di essere il suo genio, bastava che lo tagliasse a pezzi, prendesse i suoi denti e li seminasse nell’orto. Passati due mesi avrebbe colto i suoi frutti.
Il pescatore fece quanto raccomandato dal pescecane e come promesso, due mesi dopo, cominciò a crescere una pianta.
L’albero era bello ma l’uomo si chiedeva cosa potesse farsene, la risposta non tardò ad arrivare. Un giorno, mentre il pescatore osservava l’albero, questo sparì e al suo posto comparve un cavallo.
L’animale si mise a parlare e chiese al pescatore di saltargli in groppa.
Iniziarono un lungo viaggio durante il quale l’uomo divenne cavaliere, conobbe tutti i paesi della terra e fece numerose buone azioni grazie alle quali diventò ricco.
Dopo diversi anni il pescatore, stanco di viaggiare, chiese di poter tornare dalla sua famiglia per dividere con loro le ricchezze guadagnate.
Arrivato a Trani, l’uomo ebbe una brutta sorpresa. La moglie, credendolo morto, si era risposata.
Amareggiato, il pescatore andò al suo orto dove vide un piccolo pesciolino, quando lo prese, si trasformò nel pescecane di qualche anno prima.
L’uomo chiese a cosa fosse servito fare tutto quello che aveva chiesto se poi doveva rinunciare alla sua famiglia.
Il pesce rispose che le sue avventure non erano terminate, doveva riportarlo in mare e saltargli in groppo. Il pescatore ubbidì.
I due presero il largo e scomparvero nel mare. Da quel momento, di loro non si seppe più nulla.
