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Le Caldaie del Latte e la Rocca del Drago

Mitologia & Storia

Le Caldaie del Latte e la Rocca del Drago

Le Caldaie del Latte e la Rocca del Drago sono due grossi massi situati nei pressi del borgo di Roghudi vecchia.

Le Caldaie del Latte e la Rocca del Drago sono due massi situati nei pressi del borgo fantasma di Roghudi vecchia, in provincia di Reggio Calabria.

A questi massi è legata una leggenda che parla di un drago, il quale era stato messo a custodia di un tesoro.

Il tesoro, sarebbe spettato a chi fosse riuscito a superare una prova di coraggio. Questa prova richiedeva il sacrificio di un capretto, un gatto nero e un bambino appena nato.

Nessuno si osò mai a compiere l’impresa fino a che, non nacque un bambino gravemente malato che la levatrice diede in custodia a due uomini senza scrupoli.

I quali, si procurarono subito un capretto e un gatto nero. Uccisero prima il gatto, poi il capretto ma, quando arrivò il momento del bambino, si alzò un vento fortissimo che li scaraventò contro le rocce uccidendone uno. L’uomo sopravvissuto fu invece perseguitato dal demonio per tutto il resto della sua vita. Da quel giorno, nessuno provò più a ottenere il tesoro.

Esiste anche un’altra versioni della leggenda legata ai due massi. Parla di un drago, di un monaco e degli abitanti del paese. La storia racconta che la rocca fosse custodita da un drago perché al suo interno vi era un tesoro. Il mostro, passava il suo tempo a terrorizzare gli abitanti del luogo.

Il drago si cibava con il contenuto delle Caldaie del Latte e, quando era affamato, pretendeva che la gente glielo portasse. Se qualcuno si rifiutava di obbedire, il mostro prendeva i bambini, li divorava e sbattendo la sua coda, creava frane e smottamenti. La cosa andò avanti fino a che un giorno, un frate, non trovò il modo di tenerlo buono. Andava a trovarlo tutti i giorni e si metteva a chiacchierare con lui. Quando il frate morì, il drago tornò alle sue vecchie abitudini e gli abitanti, stanchi, abbandonarono il borgo che da quel giorno è rimasto inabitato.

Il Team Editoriale di Searound Magazine vi da il benvenuto.

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