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Le leggende sulla nascita della Sardegna
Le leggende sulla nascita della Sardegna sono due.
La prima leggenda narra che millenni fa esisteva un continente bello e popolato di uomini e animali. Questo continente si chiamava Tirrenide. Una notte, un terremoto agitò il mare e all’improvviso le onde si abbatterono sul continente con una furia tale da farne franare le coste.
Proprio quando Tirrenide stava per inabissarsi, Dio decise di averne pietà e posò un piede sulla parte di territorio che ancora emergeva fermandone il declino.
Di tutto il continente rimase solo quella piccola parte di territorio. Fortunatamente aveva conservato le caratteristiche tipiche di Tirrenide dando ai sopravvissuti la possibilità di rivedere la loro terra.
Con il tempo la vita riprese ma il ricordo della catastrofe rimase impresso nelle persone che la tramandarono di generazione in generazione.
Ancora oggi troviamo quella malinconia nella ninna nanna di una mamma, nel canto di un pastore, nelle danze, nelle feste, nelle tradizioni, negli usi e nei costumi sardi.
La seconda leggenda, più serena della prima, racconta che il Signore creando la terra lasciò per ultima la Sardegna.
Quando arrivò il momento di crearla si rese conto che a sua disposizione erano rimasti solo dei grossi sassi. Non trovando altre soluzioni radunò le pietre nel mare e le calpestò con un sandalo infuocato.
Per far si che da quei sassi potesse nascere la vita, raccolse dalle altre terre quello che mancava alla Sardegna e lo sparse sull’isola. Creò così una terra con aspetti talmente vari da risultare unica.
A questo punto, il Signore, preoccupato per la solitudine degli uomini dell’isola, decise di recarsi in Sardegna con sembianze umane per raccontare numerose fiabe che potessero essere di conforto alla popolazione.
Queste fiabe furono tramandate di padre in figlio fino ad arrivare ai giorni nostri.
